Il profumo intenso dello stufato di cinghiale si diffonde nelle case marchigiane durante le fredde giornate d’inverno, un piatto che unisce convivialità e tradizione, perfetto per un pranzo domenicale in famiglia.
Preparazione
1. Marinatura del cinghiale
Taglia la carne di cinghiale in pezzi regolari e mettila a marinare per 12 ore in una ciotola con vino rosso, una cipolla a fette, una carota, sedano, aglio, bacche di ginepro, alloro e pepe. Questo processo riduce il sapore selvatico della carne e la rende più tenera.
2. Preparazione dello stufato
Sgocciola la carne dalla marinatura e tamponala con carta da cucina. In una casseruola capiente, scalda l’olio extravergine d’oliva e soffriggi cipolla, carota e sedano tritati finemente. Aggiungi i pezzi di cinghiale e rosolali su tutti i lati.
3. Sfuma e insaporisci
Versa un bicchiere di vino rosso (meglio lo stesso della marinatura) e lascia evaporare l’alcol. Unisci passata di pomodoro, concentrato, erbe aromatiche fresche (rosmarino e timo), sale e pepe. Aggiungi un mestolo di brodo caldo per mantenere la carne umida.
4. Cottura lenta
Copri la casseruola e lascia cuocere a fuoco bassissimo per 3-4 ore, mescolando di tanto in tanto e aggiungendo brodo se necessario. Alla fine della cottura, la carne deve risultare tenerissima e il sugo ben ristretto.
Servizio e abbinamenti
Servi lo stufato di cinghiale caldo, accompagnato da polenta fumante o fette di pane tostato. Per un abbinamento perfetto, scegli un calice di Rosso Piceno o Verdicchio di Matelica, che esaltano i sapori della carne.
Varianti e consigli
Per una versione senza pomodoro, puoi utilizzare solo brodo e vino per creare un fondo più leggero. Se desideri una ricetta senza glutine, verifica che il brodo e il vino utilizzati non abbiano contaminazioni. Lo stufato può essere preparato in anticipo e riscaldato: i sapori si intensificheranno ulteriormente.